Giambattista Vico nacque il 23 giugno del 1668 a Napoli dove morì nel 1744. Visse i suoi primi anni in un mezzanino di via S. Biagio dei Librai, soprastante alla bottega segnata, oggi, col numero 31. Figlio di un contadino di Maddaloni, divenuto poi misero libraio, e di donna analfabeta: Candida Masullo, di tempra assai malinconica.
Ebbe indole vivace, ma, circa all’età di sette anni, in una tremenda caduta, si fratturò il cranio, riducendosi per tre anni infermo, senza più speranze per la sua intelligenza. Invece guarì, pur rimanendogli un ‘ indomabile malinconia e una debolezza che lo portò, poi, alla tisi. Studiò profondamente e a balzi, in parte a scuola, nel Collegio dei Gesuiti, in parte, e soprattutto, per conto proprio. Per compiacere alla sua famiglia si scrisse alla facoltà di Giurisprudenza, senza però frequentare le lezioni.
Le difficili condizioni finanziarie lo indussero ad accettare l’invito del vescovo d’Ischia, Geronimo Rocca, che cercava un precettore per i suoi nipoti.
Si trasferì nel castello dei Rocca a Vatolla nel Cilento. “ Paesaggio aspro e selvaggio”, Vatolla, silenzioso e protettivo ...
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