Aforismi e citazioni tratte dalle opere di Giambattista Vico
La filosofia, per giovare al genere umano, dee sollevar e reggere l’uomo caduto e debole, non convellergli la natura né abbandonarlo nella sua corrozione.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Degli elementi, V]
Gli uomini che non sanno il vero delle cose procurano d’attenersi al certo, perché, non potendo soddisfare l’intelletto con la scienza, almeno la volontà riposi sulla coscienza.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Degli elementi, IX]
L’umano arbitrio, di sua natura incertissimo, egli si accerta e determina col senso comune degli uomini d’intorno alle umane necessità o utilità, che sono i due fonti del diritto natural delle genti.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Degli elementi, XI]
Il senso comune è un giudizio senz’alcuna riflessione, comunemente sentito da tutto un ordine, da tutto un popolo, da tutta una nazione o da tutto il genere umano.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Degli elementi, XII]
Idee uniformi nate appo intieri popoli tra essoloro non conosciuti debbon avere un motivo comune di vero. Questa degnità è un gran principio, che stabilisce il senso comune del gener umano esser il criterio insegnato alle nazioni dalla provvidenza divina per diffinire il certo d’intorno il diritto natural delle genti.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Degli elementi, XIII]
Le tradizioni volgari devon avere avuto pubblici motivi di vero, onde nacquero e si conservarono da intieri popoli per lunghi spazi di tempo. Questo sarà altro grande lavoro si questa Scienza: di ritrovare i motivi del vero, il quale, col volger degli anni e col cangiare delle lingue e costumi, ci pervenne ricoverto di falso.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Degli elementi, XVI]
E’ necessario che vi sia nella natura delle cose umane una lingua mentale comune a tutte le nazioni, la quale uniformemente intenda la sostanza delle cose agibili nell’umana vita socievole, e la spieghi con tante diverse modificazioni per quanti diversi aspetti possan aver esse cose.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Degli elementi, XXII]
La meraviglia è figliuola dell’ignoranza; e quanto l’effetto ammirato è più grande, tanto più a proporzione cresce la meraviglia.
La fantasia tanto è più robusta quanto è più debole il raziocinio.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Degli elementi, XXXV e XXXVI]
La curiosità, propietà connaturale dell’uomo, figliuola dell’ignoranza, che partorisce la scienza, all’aprire che fa della nostra mente la meraviglia, porta questo costume: ch’ove osserva straordinario effetto in natura, come cometa, parelio o stella di mezzodì, subito domanda che tal cosa voglia dire o significare.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Degli elementi, XXXIX]
I primi uomini, come fanciulli del genere umano, non essendo capaci di formar i generi intelligibile delle cose, ebbero naturale necessità di fingersi i caratteri poetici, che sono generi o universali fantastici, da ridurvi come a certi modelli, o pure ritratti ideali, tutte le spezie particolari a ciascun suo genere somiglianti.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Degli elementi, XLIX]
In ogni facultà uomini, i quali non vi hanno la natura, vi riescono con ostinato studio dell’arte; ma in poesia è affatto niegato di riuscire con l’arte chiunque non v’ha la natura.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Degli elementi, LI]
Gli uomini prima sentono il necessario, dipoi badano all’utile, appresso avvertiscono il comodo, più innanzi si dilettano del piacere, quindi si dissolvono nel lusso, e finalmente impazzano in istrapazzar le sostanze.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Degli elementi, LXVI]
I deboli vogliono le leggi; i potenti le ricusano; gli ambiziosi, per farsi seguito, le promuovono; i principi, per uguagliar i potenti co’ deboli, le proteggono.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Degli elementi, XCII]
Gli uomini prima amano d’uscir di soggezione e desiderano ugualità: ecco le plebi nelle repubbliche aristocratiche, le quali finalmente cangiano in popolari; dipoi si sforzano superare gli uguali: ecco le plebi nelle repubbliche popolari, corrotte in repubbliche di potenti; finalmente vogliono mettersi sotto le leggi: ecco l’anarchie o repubbliche popolari sfrenate, delle quali non si dà piggiore tirannide, dove tanti sono i tiranni quanti sono gli audaci e dissoluti delle città.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Degli elementi, XCV]
Gli uomini non s’inducono ad abbandonar affatto le propie terre, che sono naturalmente care a’ natii, che per ultime necessità della vita; o di lasciarle a tempo che o per l’ingordigia d’arricchire co’ traffichi, o per gelosia di conservare gli acquisti.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Degli elementi, C]
Il diritto natural delle genti è uscito co i costumi delle nazioni, tra loro conformi in un senso comune umano, senza alcuna riflessione e senza prender essemplo l’una dall’altra. Questa degnità […] stabilisce la Provvedenza essere l’ordinatrice del diritto natural delle genti, perch’ella è la regina delle faccende degli uomini.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Degli elementi, CV]
In tal densa notte di tenebre ond’è coverta laprima da noi lontanissima antichità, apparisce questo lume eterno, che non tramonta, di questa verità, la quale non si può a patto alcuno chiamar in dubbio: che questo mondo civile egli certamente è stato fatto dagli uomini, onde se ne possono, perché se ne debbono, ritrovare i principii dentro le modificazioni della nostra medesima mente umana.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, De’ Principii]
La mente umana, […] restata immersa e seppellita nel corpo, è naturalmente inchinata a sentire le cose del corpo e dee usare troppo sforzo e fatiga per intendere se medesima, come l’occhio corporale che vede tutti gli obbietti fuori di sé ed ha dello specchio bisogno per vedere se stesso.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, De’ Principii]
Questa Scienza, per uno de’ suoi principali aspetti, dev’essere una teologia civile ragionata della provvidenza divina. La quale sembra aver mancato finora, perché i filosofi o l’hanno sconosciuta affatto, […] o l’hanno considerata solamente sull’ordine delle naturali cose, onde “teologia naturale” essi chiamano la metafisica.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Del Metodo]
Regna in questa Scienza questa spezie di pruove: che tali dovettero, debbono e dovranno andare le cose delle nazioni quali da questa Scienza son ragionate, posti tali ordini dalla provvidenza divina, fusse anco che dall’eternità nascessero di tempo in tempo mondi infiniti; lo che certamente è falso di fatto.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Del Metodo]
I di lei [questa Scienza] principii sono provvidenza divina, moderazione di passioni co’ matrimoni e immortalità dell’anime umane con le sepolture; e ‘l criterio che usa è che ciò che si sente giusto da tutti o la maggior parte degli uomini debba essere la regola della vita socievole […]: questi deon esser i confini dell’umana ragione.
[La Scienza Nuova (1744), Libro I, Dello Stabilimento de’ Principii, Del Metodo]
Per tutto questo libro si mostrerà che quanto prima avevano sentito d’intorno alla sapienza volgare i poeti, tanto intesero poi d’intorno alla sapienza riposta i filosofi; talché si possono quelli essere stati il senso e questi l’intelletto del genere umano.
[La Scienza Nuova (1744), Libro II, Della Sapienza Poetica]
La natura ci ha creati per la verità, l’ingegno ci guida, la meraviglia ci fa fermare, così che, quando ci penso, la cosa che veramente più mi stupisce è questa, che vi siano tanti ignoranti, poiché come il fumo è nocivo e dannoso agli occhi, lo stridìo alle orecchie, il puzzo alle narici, così l’errore, l’ignorare, l’ingannarsi sono contrari alla mente umana.
[Le Orazioni Inaugurali (1699), Orazione I]